CONFERENZA SU "LE FIGURE DI ALFONSO V E LUCREZIA D'ALAGNO NELLA STORIA"

17.06.2016

MUSEO CIVICO LUIGI D'AVANZO

In occasione della III edizione dell'Evento Medievale "La Damigella del Re", presso il Museo Civico D'Avanzo, si svolge l'incontro culturale di apertura della Festa del 17-18 e 19 giugno. Quest'anno il tema trattato sarà quello delle figure di Alfonso V d'Aragona e Lucrezia D'Alagno, personaggi storici di grande rilievo e protagonisti assoluti della Damigella del Re. Tale Evento come ormai sappiamo, nasce dalla storia romanzata di Alfonso e Lucrezia descritta nel "Romito di San Donato, romanzo storico ambientato a Roccarainola, scritto da un autore anonimo. Un autentico viaggio nel tempo andando indietro di ben seicento anni; XV secolo. Secondo le cronache del tempo giunse al castello, ospite della famiglia D'Alagno il re Alfonso D'Aragona. La protagonista della vicenda fu Lucrezia D'Alagno, giovane, nobile e bellissima, che si innamora del re Alfonso D'Aragona, potente, più anziano e già sposato. Una storia in cui potere e amore s'intrecciano influenzando anche i destini di popoli. La famiglia D'Alagno risiedeva nell'attuale Torre Annunziata. Il primo incontro tra i due amanti avvenne nel 1448 alla vigilia della festa di San Giovanni Battista. Il sovrano, già cinquantatreenne e sposato con Maria di Castiglia, legò, in maniera indissolubile, i suoi sentimenti alla giovanissima nobildonna. A dispetto delle convinzioni sociali i due divennero inseparabili: nelle manifestazioni ufficiali la giovane affiancava il re, divenne la sua favorita. In breve la giovane nobildonna Lucrezia si trasformò in perspicace ed introdotta donna di potere. Era rispettata dai cortigiani, ammirata e, stando alle ossequiose cronache dell'epoca, " Vergine incontaminata". L'unione tra Alfonso e Lucrezia fu dunque platonico oppure così gli storici del tempo furono costretti a tramandare. Papa Calisto III non concesse mai l'annullamento delle nozze al re. In seguito, la prematura morte del sovrano, segnò una parabola discendente, un inevitabile cambiamento d'immagine per Lucrezia D'Alagno. Giocavano a suo favore le conoscenze e le ricchezze accumulate, la propria intelligenza, la conservazione del potere conquistato. Fu comunque costretta a fuggire: prima in Dalmazia, poi a Ravenna e a Roma dove morì nel 1479. Lucrezia D'Alagno fu il ritratto di una donna emancipata e caparbia, fonte di una storia d'amore, d'ispirazione per un intrigante spunto narrativo sullo sfondo dei fatti della Roccarainola del tempo che fu. Non manca l'elemento leggendario: il sortilegio della strega Iside, ingelosita delle grazie e dello splendore della nobildonna. Il sortilegio era che si sarebbe tornati, in ogni primavera, al XV sec. e solo il miglior cavaliere dei casali, con l'aiuto di un amuleto potrà svelare i piani della strega nella notte del solstizio d'estate.